Contributo esterno: “Cammino spirituale: quali orientamenti per la nostra epoca?”

da | Gen 25, 2024 | Articolo

Vorrei richiamare l‘attenzione sulle ricerche di Maria Angela Padoa Schioppa che, a partire degli anni 90 fino a oggi, ha scritto e raccolto esperienze del suo cammino spirituale individuale. Sul suo sito trovate una ampia e svariata documentazione di riflessioni, testi, esperienze artistiche, sul tema della ricerca spirituale nel nostro tempo. Una riflessione interessante è questa: Cammino spirituale: quali orientamenti per la nostra epoca?

Contributo esterno, con la gentile autorizzazione di Maria Angela Padoa Schioppa

Cammino spirituale: quali orientamenti per la nostra epoca?
(giugno 2012)

Il tempo degli specialisti, dei maestri spirituali, degli esperti da cui le persone vanno ad attingere estratti di sapere, a cui delegano il compito di occuparsi di spiritualità sta volgendo al termine, almeno per alcune persone della nostra epoca.
La pratica religiosa sta diminuendo un po’ in tutti i paesi occidentali, si rinuncia alle sicurezze della fede religiosa, s’impara a convivere con un agnosticismo che si sente più corrispondente alle proprie reali posizioni e idee.
Molti giovani cresciuti in una famiglia osservante, da adulti abbandonano la pratica religiosa, non la sentono più consona ad esprimere i valori in cui credono o a rispondere ai loro interrogativi.

Il fatto che nella pratica di molte confessioni religiose, diminuiscano le figure dei maestri spirituali, dei sacerdoti “dispensatori del sacro”, e che queste figure siano spesso sostituite da altre come il medico olistico o l’analista o l’arte-terapeuta o il filosofo, è a mio parere il segno che molti esseri umani stanno entrando in una nuova fase del percorso evolutivo dell’uomo, in cui l’individuo comincia a sentire che ognuno è chiamato a cercare in prima persona – attingendo da fonti diverse – una sua forma di
spiritualità.
Si potrebbe dire che si va verso una fase evolutiva dell’uomo in cui l’essere umano adulto è chiamato a essere “filosofo”, medico, “sacerdote”, artista, in prima persona.

In altre parole: nella fase di vita adulta diventa sempre più importante un lavoro di ricerca individuale.
Facendo tesoro di tante letture, idee, esperienze vissute, raggiungere una propria visione delle cose,creare un proprio percorso originale, una propria rielaborazione personale. In nessun campo sentirsi passivi fruitori di un sapere trasmesso da altri e accolto dogmaticamente, ma scegliere quello che si vuole approfondire, e rielaborarlo attraverso un lavoro individuale, per provare poi a trasformarlo in atteggiamenti e orientamenti interiori nella vita quotidiana.

Nell’infanzia il bambino riceve dagli adulti un insieme di valori, di convinzioni e di norme di comportamento, che accoglie e vive per imitazione durante gli anni della sua crescita. Quando diventa adulto si troverà a vagliare e poi sviluppare, o al contrario abbandonare, questo patrimonio per trovare dei propri orientamenti e convinzioni personali, e realizzare delle proprie scelte di vita.

Sono convinta che una ricerca individuale anche del tutto laica – per esempio accostando e approfondendo i pensieri e la vita di altri esseri umani, attraverso i loro scritti – può rivelarsi un aiuto, e un grande sostegno nella vita quotidiana, un’esperienza “terapeutica” per far fronte a periodi di prevalente negatività o scoraggiamento o ansia.
Può diventare un reale nutrimento che illumina e orienta il nostri atteggiamenti e le nostre scelte ogni giorno.
Né la rimozione, né una vita eccessivamente attiva possono assopire nel profondo di ciascuno le domande che ci accompagnano e gli enigmi con cui ogni essere umano si trova a confrontarsi nelle varie tappe del proprio percorso.
Ci sono domande che accomunano tutti gli esseri umani, a qualunque credo o filosofia di vita appartengano: sia essa del tutto laica o “religiosa”, agnostica o fermamente materialista o altro ancora.
Cercare risposte, chiavi di lettura sulle vicende umane, non smettere mai di cercare un senso agli eventi che accadono durante la propria vita, questo è quello che intendo per ricerca personale: un’esperienza che riguarda tutti gli uomini.
Riuscire a dare un senso a vicende che mostrano a lungo solo il lato doloroso o negativo, che appaiono misteriose o ingiuste o fortemente inaspettate, permette di raggiungere una forma di serenità e di calma interiore altrimenti impensabile e insospettata.

Per coloro che sono interessati anche a una ricerca più specificamente spirituale, ma non si sentono di far parte di nessuna pratica religiosa, un compito importante sarà quello di trovare nuove forme di preghiera e di meditazione personale, consone al proprio stadio evolutivo e alla propria sensibilità e affidato alla propria creatività e ricerca.
E penso che anche l’aspetto delle celebrazioni comunitarie – che continua a mantenere un suo profondo significato – possa diventare ambito dell’iniziativa creativa delle persone direttamente interessate.

In tutte le culture, in tutte le diverse tradizioni religiose e in tutte le etnie del mondo, l’uomo ha sempre vissuto – in modi diversi – delle forme di celebrazione comunitaria come una esigenza primaria nei momenti forti della propria esistenza: le nascite, le morti, gli anniversari, gli “inizi”, le partenze, e molti altri eventi.

Per le persone che si sono allontanate dalla pratica religiosa, questa sorta di “liturgie laiche” sono a mio avviso un’importante e bellissima opportunità di espressione creativa, artistica, del proprio percorso e umano e spirituale.

Si tratta di crearle: con canti, letture, musiche, euritmia o danze, interventi personali, coreografia dell’ambiente in cui si celebrano, momenti comunitari di ristoro, e altre possibilità che di volta in volta si possono inventare. Quando queste “celebrazioni” vengono preparate da più persone, diventano anche un lavoro “a più voci”, in cui si possono esprimere talenti diversi, e questo di per sé ha già un grande significato.

 

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